Man mano che le organizzazioni si orientano verso un modello di storage ibrido, sia on-premise che nel cloud, aumentano anche la complessità e la vulnerabilità di questi file system. Maggiore complessità significa più punti di accesso e una superficie di attacco più ampia per gli attori delle minacce, motivo per cui le organizzazioni devono applicare le giuste misure di sicurezza ed evitare la disinformazione per garantire la protezione delle loro risorse.
In questo blog sfatiamo alcuni miti comuni sulla sicurezza dell'archiviazione dei dati e facciamo luce sulla realtà della salvaguardia delle vostre preziose informazioni.
Mito n. 1: i dati archiviati nel Cloud sono automaticamente Secure
La maggior parte delle violazioni di dati riguarda asset archiviati in ambienti multipli, tra cui il cloud e la sede. Le violazioni di questo tipo sono più difficili da identificare e richiedono più tempo per essere arginate, con conseguenti costi più elevati e interruzioni di servizio più lunghe.
Nel report 2023, la percentuale maggiore di violazioni, pari al 39%, ha riguardato i dati archiviati in più ambienti, seguita dalle violazioni che hanno interessato i dati archiviati nel cloud pubblico (27%). Il numero di violazioni che si sono verificate in più ambienti ha superato il 34% di violazioni che si sono verificate solo in ambienti cloud privati o on-premise.
Sebbene i fornitori di cloud storage implementino molte misure di sicurezza, anche gli utenti devono adottare misure per garantire il caricamento, il download e la condivisione dei file in modo sicuro, e i protocolli di sicurezza per le risorse cloud devono essere implementati anche per le risorse on-premise:

Le soluzioni di archiviazione Cloud non sono intrinsecamente più sicure e, anzi, hanno maggiori probabilità di essere prese di mira dagli attori delle minacce.

I fornitori di servizi Cloud non possono essere ritenuti responsabili per le violazioni della sicurezza dovute a file caricati da sistemi di archiviazione esterni che introducono malware nascosto e non rilevato.

Le risorse offline/on-premises compromesse e aggiunte ai file system del cloud possono poi proliferare e compromettere altri aspetti dei processi di sincronizzazione dei file.
Mito n. 2: Software antivirus è sufficiente
Il software antivirus (AV) è una linea di difesa necessaria, ma è solo un pezzo del puzzle. Gli attacchi di social engineering e zero-day spesso eludono questa strategia di difesa, con tassi di rilevamento che vanno dal 7% al 76% per un singolo motore AV.

Per rafforzare le vostre difese, prendete in considerazione la possibilità di stratificare misure di sicurezza aggiuntive, come ad esempio Multiscanning per il rilevamento avanzato del malware, Deep CDR (Content Disarm and Reconstruction) per la sanificazione dei file e il sandboxing per isolare e far esplodere i file sospetti in un ambiente protetto. In questo modo si rafforza la postura di sicurezza:

Rilevamento di quasi il 100% delle minacce note e di quelle sconosciute sulla base di modelli euristici e di comportamento sospetto.

Rimuovendo tutto il codice potenzialmente dannoso e rigenerando file sanificati e sicuri da usare che non possono rappresentare una minaccia.

Consentendo alla vostra organizzazione di adottare misure preventive con report e analisi approfondite anche delle minacce più sofisticate e nuove.
Questo approccio multilivello alla sicurezza dell'archiviazione intercetta quasi il 100% di tutte le minacce note e sconosciute, garantendo che nessun file compromesso metta a rischio i vostri sistemi di archiviazione.
Mito n. 3: la sicurezza Cloud è solo responsabilità del fornitore
I fornitori di Cloud investono molto nella sicurezza, ma è importante ricordare che la sicurezza del cloud è una responsabilità condivisa. Mentre i provider proteggono l'infrastruttura di cloud storage, i clienti del cloud sono responsabili della sicurezza dei dati che archiviano.
L'implementazione di solide misure di sicurezza per l'archiviazione, la gestione dell'accesso degli utenti secondo il principio del minimo privilegio e la conformità alle normative sulla privacy dei dati sono passi fondamentali che le aziende devono compiere per salvaguardare le proprie informazioni:

Una strategia di sicurezza a più livelli garantisce che nessun file entri nel vostro file system senza un rigoroso controllo.

Il principio del minimo privilegio riduce la probabilità che i dipendenti compromettano intenzionalmente o accidentalmente l'intero file system, consentendo ai dipendenti di accedere solo alle risorse specifiche per le loro esigenze, limitando così l'impatto delle violazioni della sicurezza al livello di accesso meno privilegiato possibile.

La conformità alle normative sulla privacy dei dati, oltre a contribuire alla sicurezza dei vostri beni, mette al riparo la vostra organizzazione da multe salate e audit costosi.
Mito n. 4: la conformità on-premises è più facile della conformità Cloud
Sebbene alcuni ritengano che l'utilizzo dei servizi cloud sia in contrasto con le normative del settore, ciò non è sempre vero. Molti fornitori di servizi cloud aderiscono a normative come HIPAA, GDPR e PCI DSS. Implementano solidi controlli di sicurezza e offrono funzionalità che aiutano i clienti a rispettare gli obblighi di conformità.
Tuttavia, è fondamentale che le aziende valutino a fondo le capacità di conformità di un provider cloud per mettersi al riparo da multe salate e audit costosi in caso di violazione dei dati. Prima di procedere alla migrazione di dati sensibili, è essenziale garantire l'allineamento con queste normative.
Proactive DLP (Data Loss Prevention) può essere un potente scudo di supporto. Questa tecnologia aiuta a salvaguardare i dati da violazioni normative o fuori dalle politiche, impostando regole che disciplinano l'accesso, l'uso e la condivisione dei dati all'interno degli ambienti di storage. Proactive DLP intercetta e oscura automaticamente queste informazioni per garantire che i dati sensibili non vengano condivisi o acceduti erroneamente da dipendenti non autorizzati o rubati da soggetti pericolosi per attacchi ransomware.

Proteggete l'archiviazione dei vostri dati con la protezione multilivello di MetaDefender Storage Security
MetaDefender Storage Security offre un solido livello di protezione per lo storage on-premise e in cloud. Protegge i dati archiviati dalle aziende dalle violazioni dei dati e dai tempi di inattività e aiuta a soddisfare gli standard di conformità.
MetaDefender Storage Security Sfrutta diverse tecnologie di OPSWAT comeDeep CDR,Multiscanning, eProactive DLP per proteggere i file, i documenti e le immagini archiviati da attacchi zero-day, minacce avanzate e perdita di dati sensibili.

MetaDefender Storage Security offre funzionalità di classe enterprise, studiate per garantire scalabilità e facilità di integrazione nei flussi di lavoro esistenti. L'intuitiva interfaccia grafica e l'interfaccia RESTful API consentono un'integrazione perfetta in diverse configurazioni operative. Inoltre, funzioni come l'etichettatura dei file e la correzione automatica aiutano a classificare rapidamente i contenuti e a identificare i file dannosi per ulteriori analisi o esami forensi.
Conclusione
Sfatando i miti sulla sicurezza dell'archiviazione dei dati e implementando il sito MetaDefender Storage Security , potrete salvaguardare le vostre preziose informazioni in tutta tranquillità.
Contattateci oggi stesso per saperne di più su come OPSWAT può aiutarvi a ottenere una sicurezza dei dati completa e a proteggere la vostra azienda da minacce in continua evoluzione.


